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venerdì 12 febbraio 2016

La Bufala del "Pane nero"

Ormai l'argomento è sulla bocca di tutti: "Pane nero"Sì? o "Pane nero" No? Ha davvero effetti positivi sulla salute?Può avere effetti negativi? 

Il primo punto da chiarire è che non si può produrre un prodotto con l'indicazione "Pane al carbone vegetale" poichè non è più pane quel prodotto da forno nel quale viene inserito il colorante  E153. Davide Trombini, Presidente di Assopanificatori Confesercenti afferma che:

“Non si può e non si deve chiamare pane. Questo deve essere chiaro al consumatore”.

 E tiene a precisare che “pane” può essere chiamato solo quel prodotto che si ottiene dall'impasto di farina, sale, acqua, olio d’oliva o in sostituzione di quest’ultimo, strutto.Quindi il cosiddetto pane al carbone vegetale non può esser considerato pane ma deve essere considerato un prodotto da forno "fine"(categoria che include prodotti sia dolci che salati come fette biscottate e crackers come precisato dal Ministero della Salute con la nota 1307 del 20 gennaio 2014.)

Che cos'è il colorante E153? non è altro che il carbone vegetale (o carbone attivo), un prodotto della combustione di alcuni tipi di legno già ampiamente utilizzato a scopo medico. La porosità che lo caratterizza permetterebbe infatti di assorbire i gas presenti nell'apparato digerente, riducendo fastidiosi gonfiori,
Il Carbone Attivo può essere utilizzato impiegato negli alimenti? 
Il carbone vegetale/attivo è una sostanza polivalente, che nei prodotti alimentari può essere impiegata, fra l’altro, come colorante (E153) e/o come sostanza con una specifica indicazione sugli effetti benefici sulla salute dei consumatori.Il suo utilizzo viene regolamentato in base allo scopo per il quale viene utilizzato.
Quali effetti può avere il colorante E153 sulla nostra salute? Il carbone attivo contribuisce la riduzione dell’eccessiva flatulenza post-prandiale. Questa indicazione può essere impiegata solo per un alimento che contiene 1 g di carbone attivo per porzione quantificata inoltre l’effetto benefico si ottiene  solo con l’assunzione di 1g almeno 30 minuti prima del pasto e di 1g subito dopo il pasto.Il carbone attivo inoltre è sconsigliabile per chi soffre di stitichezza, per chi assume altri farmaci durante la giornata (perchè potrebbe interferire con l'assorbimento) e in presenza di disturbi intestinali di gravità non accertata.
Il colorante E153 ha azione cancerogena?Al contrario di quanto suggerito dalla FDA, non esiste alcuna prova di una presunta azione cancerogena del carbone attivo, sia come farmaco, che come integratore da banco, o come colorante (E153).

Il ministero della salute riguardo questa faccenda (nella nota 47415 del 22 dicembre 2015) si è così espresso:

-E' ammissibile la produzione di un "prodotto della panetteria fine" denominato come tale, che aggiunga agli ingredienti base (acqua, lievito e farina), tra gli altri, anche il carbone vegetale come additivo colorante e nelle quantità ammesse dalla regolamentazione europea in materia (Reg. CE 1333/08 All. II Parte E)

-Non è ammissibile denominare come "pane" il prodotto di cui al punto 1, né fare riferimento al "pane" nella etichettatura, presentazione e pubblicità dello stesso, tanto nel caso in cui trattasi di prodotto preconfezionato quanto nel caso di prodotti sfusi (Articolo 18, Legge 580/67)

-Non è ammissibile aggiungere nella etichettatura, presentazione o pubblicità del prodotto di cui al punto 1 alcuna informazione che faccia riferimento agli effetti benefici del carbone vegetale per l'organismo umano, stante il chiaro impiego dello stesso esclusivamente quale additivo colorante.

Per concludere quindi:Perché possa fare bene alla salute il carbone vegetale deve essere utilizzato con criterio e secondo una posologia ben definita e i diversi prodotti attualmente in commercio potrebbero non rispondere ai requisiti necessari perché ciò possa avvenire.L’impiego del carbone attivo come ingrediente per finalità “fisiologiche”, ad oggi, non è ammesso in alimenti diversi dagli integratori alimentari.

Naturalmente devono guidarci sempre il buon senso e la prudenza: l’uso quotidiano di integratori deve essere sempre limitato nel tempo, e fondato solo sul consiglio puntuale del medico.

venerdì 25 settembre 2015

Allergia o Intolleranza alimentare? Quali Test evitare?



Tra la gente ormai c'è sempre più confusione tra allergie alimentari e intolleranze alimentari. E' bene fare un po' di chiarezza per evitare errori importanti in campo alimentare!








Allergia Alimentare:

 E' una reazione immunitaria all’ingestione di uno specifico alimento (o di alcune sostanze contenuto in esso). Tale reazione si esprime al primo contatto attraverso la formazione di anticorpi specifici chiamati IgE. Questi anticorpi hanno il compito di difendere l’organismo da ciò che l’organismo stesso riconosce come estraneo a sé. (La reazione è la medesima che l’organismo manifesta nei confronti di batteri e virus).Lo sviluppo di Allergie Alimentari è causato perciò da un’alterata risposta immunitaria con produzione di anticorpi (chiamati IgE) che reagiscono verso le proteine alimentari, scambiate per “nemiche”.


I sintomi possono essere molteplici:


                             Intolleranza Alimentare:
E' una reazione indesiderata del nostro organismo scatenata dall'ingestione di uno o più alimenti (o sostanze attive) oppure da disfunzioni/disturbi a carico dell'apparato digerente (intolleranze enzimatiche e intolleranze farmacologiche). Tale reazione è strettamente dipendente dalla quantità dell’alimento non tollerato ingerito (dose-dipendente) ma a differenza delle allergie alimentari, non è mediata da meccanismi immunologici.L’intolleranza alimentare si manifesta con l’insorgere di sintomi spesso sovrapponibili a quelli delle allergie alimentari. Le intolleranze enzimatiche sono determinate dall'incapacità dell'organismo di metabolizzare alcune sostanze presenti negli alimenti.Le intolleranze farmacologiche vengono definite anche come reazioni pseudoallergiche (PAR), perché esistono molte somiglianze a livello clinico con le allergie mediate dagli anticorpi specifici (IgE) me le intolleranze alimentari e la manifestazione sintomatologica conseguente sono sempre dose-correlate e questo aiuta nella distinzione dalle allergie vere nelle quali i sintomi sono scatenati già dall'assunzione di piccole quantità di alimento responsabile.

Come fare Diagnosi di allergia o intolleranza alimentare?
La diagnosi di Allergia alimentare si effettua innanzitutto mediante un’accurata raccolta
dei dati clinici da parte dello specialista allergologo, quando già  il Medico di Medicina Generale ha avanzato il sospetto di AA/IA.In base a questa prima serie di informazioni (tipo di disturbi avuti, tempointercorso tra il pasto e l'inizio dei sintomi, quantità e qualità dei cibi mangiati, ecc.) lo specialista allergologo-immunologo può eseguire i test cutanei (prick test) e gli esami sul sangue per ricercare gli anticorpi(le IgE spcifiche) contro gli alimenti sospettati.

Per le Intolleranze Alimentari si arriva alla diagnosi con un processo d’esclusione consigliando quindi una dieta povera degli alimenti che contengono le sostanze sospettate che sarà seguita per un periodo di tempo inferiore a un mese.I test proposti dalla medicina alternativa non hanno alcuna validità scientifica per la diagnosi delle IA né per la diagnosi di AA ma comportano soltanto dispendio in termini di tempo, di denaro e di salute, con ritardo della diagnosi di certezza, come ampiamente documentato dai dati della letteratura scientifica.

Dov'è che casca L'asino?! 
I veri allergici sono oltre 2 milioni e gli intolleranti a lattosio, nickel o altre sostanze negli alimenti sono complessivamente circa 10 milioni, ma si stima che siano almeno altri 8 milioni gli italiani “ipersensibili immaginari” che imputano a un cibo qualsiasi i sintomi più vari. «Purtroppo le intolleranze alimentari, confuse per di più dalla maggioranza con le allergie vere e proprie, sono ormai una moda con cui si spiegano i sintomi più disparati: chi non riesce a dimagrire spesso si convince che sia per colpa di un'intolleranza, mentre nessuna di quelle reali può far ingrassare»,afferma il presidente della Società Italiana di Allergologia, Asma ed Immunologia Clinica.Purtroppo basta avere disturbi aspecifici e non facilmente inquadrabili per autodiagnosticarsi un'intolleranza alimentare “prendendo di mira” un cibo quasi a caso procurandosi danni molteplici.
L'errata diagnosi molto spesso è causata dagli  svariati test diagnostici che ormai ci sono in giro effettuati dalle più svariate figure professionali.Questi test non hanno una VALENZA SCIENTIFICA per la diagnosi di allergie e intolleranze alimentari.

La SIAAIC ne ha messi al bando sei:
  1. Il test del capello;
  2. Il test sulle cellule del sangue;
  3. Il test della forza, che valuta variazioni della forza quando si manipolano alimenti presunti nocivi;
  4. Il VEGA test, che valuterebbe gli squilibri energetici causati dall'alimento incriminato;
  5. La biorisonanza, che valuterebbe le alterazioni del campo magnetico della persona indotte dagli alimenti;
  6. Il pulse test o test del riflesso cardiaco auricolare, che valuta le variazioni della frequenza del polso a contatto con alimento che si presume generi intolleranza o allergia.
Perciò fate attenzione e consultate sempre un buon allergologo per diagnosi di A.A e I.A.